venerdì 5 marzo 2010

Distratti, dall'asfalto.

"C'hai giocato tanto col mio cuore infranto, che me l'hai guarito..."

Indossare occhi nuovi è diventata la mia abitudine preferita.
Ho pagato i miei conti col passato, largamente a credito. [i crediti sotto questi cieli restano tali].
Vedo le cose di prima anche se niente è più come prima.
Io non sono come prima, i pensieri scavalcano la realtà e prevalicano su quello che mi hanno venduto per anni come la verità prefabbricata.
Non la voglio più, non allungo la mano anche se adesso ci arrivo.
Ma adesso lo decido io chi c'ha il diritto di starci dentro [la mia vita].
Mi vesto di tutti i colori che mi pare.
Stupefacentemente acuto vedere sentire respirare improvvisamente estranei coloro che pensavi fossero parte di te.
Il tempo è il vero nemico e amico che abbiamo, tuttavia. E soprattutto non ci racconta palle. Proprio quelle che ti risuonano nelle orecchie e gridano più forte della verità che da qualche parte lotta per venire fuori. Sono diventata ruvida per certe cose, ma solo perchè non sopporto dovere convincere nessuno che sono come vuole lui.
Prendo solo chi vuole i miei difetti, ormai.
Vendo loro, e basta. La cosa assurda è che va meglio.
Non è quello che immaginavo mentre regalavo i miei sogni alle tue ruvide mani che mi insegnavano come avvitare una vite e si chiudevano sulle mie. Quando mi accorgevo che mi avevi insegnato a chiudere il cuore a tante cose. Quando il cuore lo chiudevo da sola perchè mi sentivo troppo diversa da voi. Strana forse.
Adesso so cosa vuol dire lo strappo che non si ricuce, ma l'ho curato da me.
Ci sono troppe strade da percorrere e cose da vedere per essere distratti dall'asfalto.

1 commento:

Stefano ha detto...

certo.. e poi ci tiriamo in fianchi delle macchine degli altri! Guarda la strada!! :)

(ti tengo d'occhio, vediamo se anche tu "predichi bene e razzoli male"!)