mercoledì 1 dicembre 2010

tutto si trasforma tranne l'odore del vento

Fuori fa un freddo cane mentre mi infilo il secondo paio di calze, tiro un morso alla brioche e calcolo mentalmente se sono coperta abbastanza.
Cazzo ma quella che scende è neve.
Le due ruote sono adorabili ma richiedono una certa preparazione fisica.

Falso allarme.
Niente neve, ma sul cruscotto lampeggia un "3 gradi". Ecco, vada bene per la spia della riserva che faccia i capricci (dopotutto con quella mi abbronzo) ma i gradi, quelli proprio no.
E dicevo, pensavo, schivavo le pozzanghere, e schivavo la mia tendenza a darmi le colpe non necessarie e a non vedere le colpe reali.
Prova a essere sincera con te stessa. Ok.
Vorrei da morire (non puoi capire quanto) andare sui mercatini con te, tenere la tua mano ed essere dentro la tua vita, anche solo per un giorno.
Vorrei concentrarmi di più in quello che faccio.
Vorrei non credere, che se le cose sono andate così, sia prevalentemente colpa mia e del mio brutto carattere impulsivo e selvatico.
Il freddo così intenso mi fa pensare alle cose belle che ci sono da fare, al fatto che il calendario ha fatto un giro, e io non sono più convinta di essere ferma, come un anno fa.

Tutto si trasforma tranne l'odore del vento.

sabato 16 ottobre 2010

di passaggio nel mio autunno

"Sai che ognuno c'ha i suoi sogni da inseguire
per stare a galla e non affondare no, no
.".

Sembra strano ma ho trovato un salvagente.
Tutto colorato e pieno di aria e di niente e di tutto, come i sogni miei. Ti accorgi che stare a galla è tutta una cosa soggettiva, è come imparare a nuotare, straordinariamente uguale. E se ti guardi indietro a volte sembra perfino che le cose siano li distrattamente allineate da un caso a volte perfido a volte smemorato ma che ti ha lasciato una possibilità. Quella di rimescolare i colori a modo tuo e dipingere aree che prima rimanevano grigie.
Non sono più innamorata, non sono più arrabbiata, non sono più stanca. Non sono più illusa, non sono più in fila con il numerino per la felicità. Una volta o due mi è parso di capire che se la barca non va in fondo al mare, il domani avrà un nuovo sapore. Vale a dire cose come la felicità o i momenti di "paturnia" (per dirla alla Audrey Hepburn) non fanno bene al mio cuore.
Lotto per lasciarlo in equilibrio, precario e impalpabile, ma non per questo irraggiungibile.
Provo solo a usare i colori che ho scoperto di avere e che non pensavo ci fossero.

lunedì 6 settembre 2010

wet

La musica era quella, stringevo i denti mentre mi allacciavo le scarpe e mi dicevo che era questione di tempo e sarebbe andato a posto.
Ma la temperatura scendeva sempre di più e il mio finale si distanziava sempre di più dal loro anche se respirava lo stesso odore.
E io piangevo tutte le notti e tornavo sempre più tardi.
E tutte le strade mi ricordavano quanto non ero più al mio posto, quanto fossi lontana da tutto ormai.

Non ho più sofferto così tanto, anche se mi ricordo ogni singolo momento in cui non vedevo davvero più nulla.
Non sono più stata la stessa persona di prima.
Me lo racconta pure lo specchio, ci sono cose che hanno lasciato qualche traccia nel modo in cui guardo le cose, nel modo in cui le cose mi entrano o non entrano dentro.
Anche la mia faccia è differente.

Io sono differente.
ho smesso di cercarmi e di cercare di piacere.
ho un contratto a tempo determinato, anzi no, una collaborazione occasionale con le cose della mia vita.

sabato 31 luglio 2010

Sottotitolo: la pagina richiesta non è stata trovata.

Pensi di averlo già toccato, di conoscerlo già bene e invece non è vero.
Si può scendere anche più in basso.
Oh, eccome se è possibile.

Tenere insieme i lembi delle cose da sola non è possibile, me lo dicevano quelli che distribuivano la furbizia, ma io mi facevo i fatti miei come al solito e non ascoltavo.
Perchè capita che molli uno di quei lembi, e tutto va a puttane.
E non me ne frega niente questa volta, ci sputo sopra su questi lembi.

Buffo come la meschinità ti faccia il regalo al compleanno da una vita, abbia dormito nel letto con te, ti abbia visto quando proprio eri rimasto senza più niente, ti abbia chiamato in lacrime tutte quelle volte. A volte persino aveva asciugato le tue.
E poi è stato come se tutto questo non fosse mai valso a niente, non puoi essere sempre tu a riappiccicare i pezzi, NON puoi. La devi smettere una volta per tutte.
Lo capisco solo adesso... mentre guardo quei pezzetti tutti li in terra con aria tra l'incredula e nauseata. Anzi li pesto ancora un po', e butto fuori anidride carbonica mista a un po' di veleno da me autoprodotto personalmente nelle ultime .... ore? giorni? mesi? più mesi?

Ora BASTA.

domenica 4 luglio 2010

time is out

Se soltanto riuscissi a fermare il mio folle correre, avrei persino il tempo per dire a me stessa che ho fatto un buon viaggio. (adoro questo termine) Quindi, a differenza di tanti, mi riprenderò un po' del mio tempo, perchè me lo posso permettere.
Perchè sono io che lo decido. Il male che mi faccio e anche il bene.
Vedi, sprechiamo un'infinità di tempo a litigare su chi abbia ragione, e a volte pensiamo di non avercela mentre parliamo. Almeno a me capita, nel preciso istante in cui discuto, dubito. Anche se faccio finta di niente e insisto.
Poi il tempo a volte, ci dà ragione.
E questa volta ce l'ho avuta davvero, negli ultimi tre anni, posso dirlo, in circostanze cruciali, che forse sarebbe stato meglio mi fossi sbagliata. O forse no chi può dirlo. Ma tante cose le annuso da lontano, non so spiegare il perchè razionalmente so solo che a volte non mi capisco da sola e mi capisco solo più tardi.
Sono andata via, alla fine, perchè non c'era niente da salvare più.
E ogni volta, andandomene, di nuovo il vuoto che di solito riempio di impalpabili zavorre, non sono ipocrita da negarlo.
E la vedo intorno... tutta quella zavorra che non ho più.
E si, un po' me ne compiaccio.

giovedì 3 giugno 2010

Fifteen sunrises

[15 albe e 15 tramonti in un giorno.]
A volte ho la sensazione che sia tutto un tramonto lungo 24 ore.
O che non sia mai neanche sorto lui.
Mi asciugo i capelli che ritornano come voglio io, almeno loro.
Un vortice di immagini mi passa davanti come a dirmi che ci sono state.
Ma io dimentico.
Le cose sporche che vedo, le cose belle.
Ripulisco tutto, è la cosa più furba che abbia imparato.
Non imparo mai niente.

D. sta guidando e stacca la mano dal cambio per prendere quella di M.
Ecco che improvvisamente (dal sedile dietro staccando gli occhi dalla strada) mi ricordo quello che ho imparato a dimenticare.
[qualcuno dice che vince chi dimentica]

Ma è tutto in un attimo, e poi ho già scordato.

Oh the way you held my hand
I knew that it was now or never
Those were the best days of my life

Back in the summer of '69

sabato 22 maggio 2010

Il fumo provoca il cancro

"Tanto più è profondo il pozzo, meno arrivano gli spruzzi, tanto più ristagna il tuo disprezzo."

E' dura vivere in una realtà che non condividi nella sua pressochè intrinseca essenza. E accorgersi che con tutto ciò ci hai sempre convissuto a malincuore, fin da quando ti riempivano la testa di cazzate a catechismo ad esempio, e tu a sentirti in colpa e quello "diverso e sbagliato" perchè non ci hai mai creduto. Perchè le cose insegnate a tavolino mi hanno sempre dato la nausea, i regali di gruppo, le ricorrenze l'ipocrisia travestita di una maschera di finti sorrisi. E trovalo tu, se sei capace, un sorriso vero, strappamelo, se ci riesci. E poi insomma, diciamocelo, ci si fa forza, si manda giù qualche boccone e qualcosa ci si deve pur omologare, seppur mantenendo sempre un po' di stile. Ti guarderanno anche male, una ragazza che si incazza non va mica bene. Dobbiamo stare tutti in riga. Ma che schifo.
E poi ci sei tu che mi infastidisci. Forse dovresti mancarmi, forse dovresti essermi indifferente, ma mi dai fastidio. Nell'ambito dei prossimi giorni potrei cambiare idea quelle 4-6 mila volte forse.
Strano a dirsi, nonostante tutto ciò, si sta meglio. Conoscere le origini del proprio male ha un non so che di appagante, come se finalmente iniziassi a capire il valore che c'è, nascosto sotto una testa matta come la mia. Accorgersi che... nonostante tutto.
Avevo ragione io. Le mie sensazioni non sbagliano.
Mi fa ridere quello che c'è scritto su certi pacchetti "il fumo provoca il cancro".
Perchè, fidarsi della gente invece?

domenica 4 aprile 2010

Sarebbe meglio tenersi leggeri, a cena...

due settimane fa ho sognato che finiva il mondo. Me lo ricordo in modo nitido e pulito, nonostante la sostanza dei sogni sia quel che sia. Sono pochi i sogni brutti che faccio, ammetto. Ricordo perfettamente il vento che strappava via tutto quello che ha le radici, il rumore e la sensazione di precarietà che mi avvolge. Accendi la tv e senti di terremoti ogni 2x3 ormai. Navi cinesi che devastano la barriera corallina. Stiamo distruggendo tutto con le nostre stesse mani e la cosa più assurda e che ci stupiamo delle conseguenze delle nostre azioni. Io forse sono paranoica entro certi limiti, ma ho come la sensazione che qualcosa dentro la terra si stia ribellando alle logice perverse del mondo, se di logiche possiamo parlare. Ma mi sono abituata anche a ciò, non sono in un momento di crisi profonda interiore (figuriamoci se lo fossi!), ogni generazione ha le sue tattiche di difesa contro la consapevolezza di ciò che le sta intorno. Ho imparato a non dipendere più da nulla, ho imparato a ripararmi dal vento che soffia dentro e fuori. Immagino che sia anche questo crescere, accorgersi che tutto quello che ti hanno raccontato, beh quasi tutto, era una gigantesca colossale presa per il culo.
Avevano ragione a dire che il teatro è simile alla vita. Io adesso me lo immagino così, con la maggior parte degli attori che recita inconsapevolmente un copione e si aspetta un applauso da coloro che stanno di là, su delle poltrone rosse, compiaciuti che le cose stiano andando proprio come loro si erano prefissati.
Per fortuna c'è qualcuno che se rende conto, e io vivo alla ricerca di questo.
E' uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare.

lunedì 22 marzo 2010

Domanda

Vorrei che qualcuno mi spiegasse la differenza tra l'essere innamorati, e l'essere dei perfetti coglioni.
Perchè non mi è affatto chiara.

venerdì 5 marzo 2010

Distratti, dall'asfalto.

"C'hai giocato tanto col mio cuore infranto, che me l'hai guarito..."

Indossare occhi nuovi è diventata la mia abitudine preferita.
Ho pagato i miei conti col passato, largamente a credito. [i crediti sotto questi cieli restano tali].
Vedo le cose di prima anche se niente è più come prima.
Io non sono come prima, i pensieri scavalcano la realtà e prevalicano su quello che mi hanno venduto per anni come la verità prefabbricata.
Non la voglio più, non allungo la mano anche se adesso ci arrivo.
Ma adesso lo decido io chi c'ha il diritto di starci dentro [la mia vita].
Mi vesto di tutti i colori che mi pare.
Stupefacentemente acuto vedere sentire respirare improvvisamente estranei coloro che pensavi fossero parte di te.
Il tempo è il vero nemico e amico che abbiamo, tuttavia. E soprattutto non ci racconta palle. Proprio quelle che ti risuonano nelle orecchie e gridano più forte della verità che da qualche parte lotta per venire fuori. Sono diventata ruvida per certe cose, ma solo perchè non sopporto dovere convincere nessuno che sono come vuole lui.
Prendo solo chi vuole i miei difetti, ormai.
Vendo loro, e basta. La cosa assurda è che va meglio.
Non è quello che immaginavo mentre regalavo i miei sogni alle tue ruvide mani che mi insegnavano come avvitare una vite e si chiudevano sulle mie. Quando mi accorgevo che mi avevi insegnato a chiudere il cuore a tante cose. Quando il cuore lo chiudevo da sola perchè mi sentivo troppo diversa da voi. Strana forse.
Adesso so cosa vuol dire lo strappo che non si ricuce, ma l'ho curato da me.
Ci sono troppe strade da percorrere e cose da vedere per essere distratti dall'asfalto.

domenica 21 febbraio 2010

Colori...

Non ho dormito una notte vera su sette.
Passo il mio tempo a sciogliere i nodi dei miei muscoli.
Non sogno più perchè non ce la faccio.
Non hanno più mercato con me
Sono solo riuscita a imbrattare di colori un foglio con quello che ne resta.
Il risultato è stato un miscuglio che esisteva solo nella mia, di testa.

domenica 14 febbraio 2010

Straight ahead

Pronto.
oh. E da quando in qua rispondi al telefono?
senti ma cosa vuoi, il telefono suonava e io ho risposto
cosa voglio..
ok va bene, ero impegnata
in..?
cercavo
cosa?
la vita.
ah ah ah. Ci credo che non mi rispondevi
cosa ridi???
niente. E l'hai trovata
E' stato come cercare gli occhiali e improvvisamente accorgersi che sono sempre stati li
Sul tuo piccolo naso, è così?
già (comunque non è poi così grosso)
(ma certo)
ero stupida
forse
la cercavo fuori capisci?
fuori di casa
fuori dalla scuola
fuori dal mio tavolo
fuori dalla mia macchina
fuori dal mio cerchio.
Beh, ma c'è gente che non la cerca neanche
forse hanno capito più cose di me
forse. Ma anche no, come fai a dirlo? Mi fai incazzare.
Ecco li, e ti pareva.
ti intestardisci a voler trovare una risposta a tutti i costi. Tutto deve avere una spiegazione per forza. E poi quando non le trovi più, ti chiudi in un assenza di significato che ti annienta.
si è vero
ah ah
beh..?
adesso inizi a darle ragione, alla gente che ti dice la verità.
tu tu tu...

pronto?


Eccola, la permalosa. Cosa vuoi?
niente, dirti che ti sbagliavi
in cosa?
sul nulla
lo so, non sbaglio mai
che presuntuoso
ah ah, dai dimmi
vedi..ci sono cose che non le puoi spiegare, cose che nel preciso istante in cui prendono forma in quelle cose convenzionali chiamate parole perdono il 99,99% del loro sapore. Ma uno ci prova lo stesso, spinto da quella ostinata forza che lo spinge a vivere come se volesse costantemente riscrivere la storia. Come se per quel 0,01% valesse la pena di viversela tutta, la vita.
E questo l'ho capito sai? Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi capire, per non rassegnarmi al fatto che il mondo non è mai stato quello che mi ero disegnata in testa in tanti (tanti?) anni. E' solo questione di spirito, quello non lo puoi rinchiudere da nessuna parte, non sai dargli neanche una forma, ma è lui che ti ha sempre salvato anche quando pensavi di annegare.

sabato 30 gennaio 2010

Dormi dormi

A volte mi chiedo che cosa è che mi spinge ad alzarmi al mattino se tu non ci sei più. Se non aspetto più la mezzanotte che stacchi dal lavoro, se non faccio più le 4 del mattino con te sotto le stelle che qui non vedo più. Se non mi invento più le scuse per scendere mentre tu lavori. Se non mi vieni più a cercare nel magazzino quando mi incazzo. Se non vedo più quel sorriso così speciale che hai e che riuscivi sempre a tirarmi fuori. Io non sorrido più tanto ultimamente lo sai? Non puoi saperlo perchè te ne sei andato senza passare dalla mia porta, come quando sei arrivato. L'inverno mi sta entrando dentro l'anima. E tutto mi sembra così inutile. Tutto così maledettamente uguale senza potertelo dire, senza potere neanche sapere dove sei.
Tutto senza poter capire e vedere al di là del dolore che provo.
Perchè non c'è niente di giusto in quello che penso in quello che provo in quello che è stato nelle lacrime che sto buttando via.
E la gente mi dice anche che mi vede bene.
LA GENTE CI VEDE MALE. Belin, dicono dalle mie parti.


Questo lo scrivevo tempo fa, poi non l'ho postato ed è rimasto nelle bozze come tante altre cose, mi ci sono imbattutta adesso, registrando distrattamente che tutto quello che volevo nella vita è lontano come nessuno lo è mai stato. Io vivo e so che tu stai dormendo, dormo e tu stai vivendo.
Il tempo in cui ci si vedeva era perchè io non dormivo mai.
Mi sveglio e non ti penso più perchè ti ho scacciato da questo guazzabuglio disordinato. Ma ti scaccio come un diabetico può scacciare una sachertorte, non è una cosa piacevole.
Ma il pessimismo è un lusso che non mi posso più permettere.
Mi è uscita oggi a pranzo mentre discutevo coi miei di non so cosa, loro mi hanno guardata un po' storti ma non credo abbiano afferrato del tutto quello che intendevo dire, sicuramente meno della semi-discussione che ho avuto in ascensore l'altra mattina con la mia vicina di casa. Non hanno mai capito molto, di me, o forse sono io che non mi faccio capire. Sto iniziando a credere a tutto e al contrario di tutto il che può anche essere spiazzante per certi versi...
Ma la notte è troppo lunga e troppo buia senza di te, e me la riempio di punti di domanda.

lunedì 11 gennaio 2010

Ci penso e ripenso ma non mi esce il titolo.

Mezzanotte meno un quarto e mancavano 20 euro dalla mia cassa, e che cazzo.
Non era un giorno qualsiasi per tre quarti del mondo, mi sono accorta con un pizzico di sorpresa che era quasi il primo gennaio duemiladieci e che il countdown quest'anno la vita me l'aveva risparmiato. Sono corsa a mescolarmi alla folla giusto per fuggire dal luogo che mi imprigionava da nove ore e mezza. Perchè scappare da una prigione all'altra mi dà l'impressione di essere davvero libera forse. Perchè scappando rubiamo attimi alla vita sperando che nessuno si accorga che mancano. Come quando ti rubi le caramelle anche se ti fanno andare via i denti. Purtroppo sono quelli, gli attimi che contano veramente quelli che ti fa tremendamente male e bene ricordare quando annusi un profumo e ne senti la violenza sulla pelle.
E questo simpatico omino duemiladieci mi ha colta assorta nei miei pensieri, come se non me ne fregasse niente di lui... avevo da fare. Me ne accorgo solo adesso che è l'undici gennaio, almeno così dice il calendario.
Come per dire che questa volta niente cavolate di propositi, niente mutande rosse, niente lenticchie non ho voglia di pensieri pesanti, mi sento leggera mangio quello che voglio e ho voglia di ridere. E ricaccio indietro tutto quello che vuole farmi male...
Con una forza quasi fisica, che almeno quella non mi manca.

martedì 5 gennaio 2010

Cominciare... con stile

Prendi pure la macchina per stasera, Lara.
Oh grazie, ma non prendo quella del nonno?
No no, prendi pure la nostra.
E non hai paura che faccio un bel regalino anche a te e papà, come quello al nonno per Natale?
No tranquilla, c'è già caduto un albero la settimana scorsa.
...