domenica 14 giugno 2009

So far away

Sono punto e a capo, con una grossa valigia da riempire di cose. Hai quella, hai l'idea di cosa metterci dentro niente da lasciarti dietro sei a posto insomma. Allora perchè, quell'esitazione? perchè se hai appena riso in faccia a chi ha osato dirti lasci tutti così, e te ne vai lontana. Lontana. Che concetto abusato. sono lontana anni luce da chi dorme vicino a me. Se soltanto tagliare le distanze servisse ad avvicinarmi farei di tutto, diventerei un viaggiatore globale, impassibile alle barriere geografiche e culturali. al jat lag e alle stagioni, alla vento gelido che ti sferza la pelle o allo scirocco che ti secca la gola. Che è ineguagliabile la sensazione che provi mentre provi a raggiungere qualcuno che ami. E lo farei due, tre (cento) volte al mese come un bambino che ha scoperto un nuovo gioco meraviglioso e non vuole andare a dormire perchè non capisce come si possa sprecare tanto tempo così. Perchè lo spazio di una notte può essere sconfinato da mozzarti il respiro.

Apro gli occhi. Valigia sempre aperta, qualcuno da qualche parte sta sognando, chissà cosa, io scrivo. Scrivo per capire. Scrivo perchè non c'è nulla da fare. Perchè.



Perchè vorrei infilarci anche i miei sogni, là dentro.

Spedirli lontano, si dove nessuno possa giocarci questa assurda partita di ping-pong.

giovedì 11 giugno 2009

Due

2.
La cosa più stupefacente è che riusciva sempre a sorridere, anche quando era triste. Aveva una forza straordinaria, una forza che gli altri non riuscivano a capire, e che invidiavano un po' a volte. Dove la trova tanta forza una persona così piccola, una cresciuta senza un punto di riferimento, senza una lira? Noi qui, adagiati nelle nostre trappole travestite da comodità, tessiamo di giorno in giorno una rete inesorabile di scuse e cazzate, mentre lui, nei suoi occhi scuri aveva tutto ciò che gli serviva per andare avanti. Parlava poco, ma quando lo faceva nessuno lo interrompeva, nella semplicità delle sue parole ci potevi trovare un mondo intero. Un mondo di chi le soluzioni se le è sempre costruite con il suo sudore e la sua milza. Le stesse parole ascoltate da uno che non attacca il cervello possono sembrare stupidamente ovvie, se lo attacchi no. Parla da saggio ad uno sciocco e ti dirà che non ha senso quello che dici.
Eppure, nonostante questo, la stimava. E lei non riusciva a capire il perchè, anche quella sera d'Agosto quando si erano ritrovati a fumarsi una sigaretta sul balcone del vecchio locale di Jack, loro amico.

La sua valigia era ancora in camera, completamente intatta come la sua casa dopo tutti quei mesi di assenza: tutto era ineccepibilmente rimasto come lo aveva lasciato, solo la polvere sui mobili tradiva i segni della sua assenza. Si era fatta una doccia e aveva messo le prime cose che aveva trovato nell'armadio, ossia una camicia azzurra che era diventata ormai troppo larga, e una gonna a fiori che non ricordava neanche di aver comprato. Lo specchio restituiva un immagine nuova, e una intensa abbronzatura colorava la sua pella. "Tremenda questa gonna" pensava mentre componeva il suo numero e intanto si infilava le scarpe.
E mezz'ora dopo eccoli a chiacchierare come se il tempo non fosse passato, sono le persone così quelle con cui ti senti a casa anche in mezzo ad un temporale. Così...come? Quelle che ti guardano e con quello sguardo capiscono se dici la verità, se sei felice. Quelle a cui puoi dire tranquillamente di esserti dimenticata di pagare la terza multa del mese, o di aver insultato la proprietaria del negozio pensando che non sentisse. Insomma, quelle cose li, e da cosa nasce cosa. Edoardo scoppia a ridere all'immagine della fede che scivola verso il fondo del mare. "Potevi almeno darla via, sono tempi duri cavolo. E adesso cosa farai?".

lunedì 8 giugno 2009

Questione di pancia

Le mie amiche sono abituate al fatto che chissà perchè conosco sempre la cosa giusta da dire al momento giusto. La cosa giusta da fare. Forse perchè se cresci nell'incomprensione impari la difficile arte della comprensione, un po' come sono proprio i figli degli accaniti fumatori a detestare più il fumo. Ovviamente però c'è sempre un però: chi dà buoni consigli non è detto che li sappia dare anche a se stesso. E' solo che alcuni di noi posseggono un'altra sottile arte: quella di complicarsi la vita, ma non voglio divagare.
Ci sono cose nella vita che non puoi spiegarti, in effetti qui dentro ce le butto tutte oserei dire, potremmo chiamarlo il blog delle domande senza risposta. E per queste cose le amiche sono sempre li pronte a dirti di tutto, a dirti La mi stupisco di te La ma cosa hai fatto? La perchè non me l'hai detto prima?. Ma io le decisioni le prendo di pancia che è come una specie di via di mezzo tra il cuore e la mente che non so bene cos'è.

Mi piaci perchè mi piace il modo in cui mi parli, mi scrivi, mi guardi. Mi ha colpito la prima volta che ci siamo visti il modo in cui mi guardavi e mi sono anche sentita in imbarazzo perchè nessuno mi aveva mai guardata in quel modo, come se volessi studiare e non fare scivolare via più ogni mio dettaglio. Sono una persona purtroppo razionale, ma per necessità non per natura. L'impulsività mi hanno insegnato a trattenerla per la maggior parte del tempo per evitare casini di svariate tipologie. In te ho sempre visto qualcuno che non avevo mai visto in questa realtà in cui mi dibatto tutti i giorni, e riuscivi sempre a farmi fuggire, per finire dove non so ma che importa. E anch'io sono sempre stata spezzata in due con te, spinta da forze opposte e piuttosto potenti, che lottavano per prevalere. Hai sempre avuto la capacità di non farmi capire più niente, io che sono sempre quella che ha sempre la soluzione più giusta da tirare fuori dalle tasche. Quella che ha sempre un piano B, che considera tutte le strade possibili ma che sa benissimo che quella da prendere è una sola. Anche se è senza uscita.
E vorrei te e basta e vorrei che lo sapessi e vorrei che tu potessi capirlo che non mi importa di avere la chiave per la tua vita, vorrei solo respirare per poco quello che respiri tu.
E mi fa paura pensare a quello che provo e butto qui di colpo, e accorgermi di essere una maledetta ingenua ancora.
La stessa ingenua che deve sbrigarsi e uscire a andare a pagare l'assicurazione prima che gli uffici chiudano, maledizione.

giovedì 4 giugno 2009

Bilancia & co.

A volte penso che quando la mia vita era dominata dalla lotta contro la bilancia era tutto più facile.
Anche se non vincevo mai una battaglia.

lunedì 1 giugno 2009

Sopra di noi ma neanche tanto

E' una giornata appesa in cui sembra che tutto l'appesantimento sia lassù, sopra di noi ma neanche tanto, pronto a crollare giù appena tiro fuori la vespa dal garage. Tra poco mi toccherà anche andare a votare, mentre mi bombardano di cazzate sulle presunte feste di capodanno di qualcunoche lasciamo stare. Non so se mi fa più schifo lui o se gli "avversari". Se così li possiamo chiamare, e poi grazie che ci prendono in giro in tutto il mondo. Non sono una che si trasferirebbe a Helsinki per vivere nell'ordine, io nel disordine mi ci spalmo anche volentieri a volte. A volte. Ma ho sempre fatto la figura della rompipalle perchè io le formiche non le schiacciavo con il dito da piccola, e il chewing-gum me lo facevo diventare una pietra in bocca per buttarlo nel bidone. Poi vabbè, per orientarsi nel cassetto del mio comodino ci vuole la bussola, ma questo è un altro discorso, sono dei gemelli purtroppo non riesco mai a essere coerente nelle mie cose. Non riesco a credere che esista una regola senza eccezioni, è tutto dannatamente provvisorio quaggiù. Come alle medie, quando mi trovavo nella giusta via di mezzo tra le secchione e le troiette, li piantata con una stupida senza riuscire ad individuare il giusto collocamento sociale. Ebbene non è che oggi la situazione sia migliorata di tanto, ma non sono più tanto convinta che quegli schieramenti siano così divertenti.
E così vado a caccia di eccezioni, è molto più interessante.