mercoledì 4 febbraio 2009

At the corner of the street

Guardavo il mondo dal mio piccolo e stupido angolo, stamattina, ieri, un anno fa, un secondo fa, mentre tutto scorreva così, senza un perchè, senza che nessuno si desse cura di darglielo quel perchè. E da quell'angolo quello che vedevo non mi piaceva granchè, nella maggior parte dei casi. E forse valeva anche all'incontrario la cosa. Così uno prova a cambiare angolo, dice magari va un po' meglio, riprovo, come quando al bowling al primo tiro hai fatto schifo, ma dici al secondo voglio fare strike. Più o meno funziona così, finchè non ci pensi al tiro, alla palla, ai birilli, a dove metti i piedi, a come tieni le mani tutto va liscio, tutto va dove deve andare. Quando invece provi a trovare una ragione, una strategia, a replicare un successo nascono i problemi. Quindi cambi angolo, ma non cambia nulla, anche se li cambi tutti gli angoli del tuo poligono molto poligono. Fingi che sia cambiato, provi a mescolarti alla folla colorata che è talmente mescolata da non farti distinguere più nulla, colori, odori e che ne so. Reciti, respingi ridi e piangi, perchè gli occhi ti bruciano e tutto questo ti confonde. Ma alla fine ti butti, sospinto dall'idea che anche se sbaglierai, avrai provato a smuovere qualcosa, avrai mostrato i tuoi lati carenti, ma anche quelli forti. E chissenefrega se non sono un quadrato, un triangolo, o un trapezio al massimo della stranezza.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

.. E' quella cosa lì, quella del recitare, che mi affascina. Perché bisogna davvero essere bravi.. un po' come la storia del quadrato.


Stefano

Amaranto ha detto...

a me invece fa un po' paura a volta..sarebbe meglio se la recitazione restasse confinata a quelli del mestiere.

Anonimo ha detto...

Ne avrebbe di cose da dirti, Pirandello.. :)

Amaranto ha detto...

mi darebbe ragione Luigi, credo.

Anonimo ha detto...

Sicuramente avresti il consenso non solo di Luigi, ma anche di molti altri (compreso il mio). Ma su questo non basterebbe nemmeno scriverci un post. Dovremmo, piuttosto, vivere una vita, e solo per averne un idea.

Stefano