lunedì 16 febbraio 2009

Dentro e fuori

Il suo sguardo naufragava dal cocktail troppo dolce, al cameriere che si destreggiava tra i tavolini, tra le ombre trasparenti dei passanti proiettate sul vetro e poi fuori, nella piazza passaggio obbligato di centinaia di assolati pomeriggi liberi. Una voce la riportò al cocktail, sempre dannatamente dolce, mentre pensava all'ultima volta che si era sentita così. E pensava che c'era qualcosa che non poteva controllare là dentro. Forse rabbia. Inquietudine. Parole non dette. Scuse mai avute. Sacchetti dimenticati sul treno. Il numero di quel fax, mai ritrovato. L'sms rimasto nelle bozze. Tempo prima qualcuno le aveva detto che la tranquillità che trasudava dai suoi occhi non era altro che un aspetto di superficie, per persone superficiali. Qualcuno che la conosceva meglio di quanto lei pensasse forse. E ogni tanto quel qualcosa sgomitava per farsi sentire, spingendo tutto il resto fuori con violenza, ma era qualcosa di inaspettatamente imprevedibile e non gradito all'esterno. E neanche all'interno, a volte. Altre era davvero felice ci fosse perchè anche se sgradito, le consentiva di essere davvero se stessa. E di far ricordare al resto del mondo le sue esigenze. Che c'è sempre bisogno di ricordare al mondo che anche tu, hai le tue maledette esigenze. Tipo passare nella corsia dell'autobus per fare prima, o buttare giù il telefono quando sei in ritardo e non te le frega un cazzo di aver vinto un intera partita di vini pregiati anno 1964 dal Bordeaux - Bourgogne. O cambiare canale, perchè Amici proprio a me non va di sorbirmelo, tesoro mio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei avere qualche frase, dentro la tasca, da sposare a questo post. Qualche gioco di parole per sottolineare quanto sia vero, in fondo, quello che scrivi, la rabbia che provi.
Ma la mia geometria, il cerchio delle mie parole copre solo distanze banali.. giusto quelle che servono per sedermi accanto a lei, al suo cocktail, e chiederle di vivere.

"Sometimes a man must awake to find that, really, he has no-one..", cantava un nostro vecchio amico.

Arturo Folletti ha detto...

la partita dei bordeaux che hai vinto potresti metterla in palio tra i tuoi commentatori alcolisti, e credo di avere qualche opportunità di vincere io..

:-)

Anonimo ha detto...

Temo di aver buttato giù il telefono e di aver perso la possibilità. Sarò stata maleducata? mah. A saperlo ve l'avrei tenuta, magari vi praticavo un prezzo amico. :)